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Mangia, leggi, resta a casa | Eat, read, stay at home

  • Immagine del redattore: ellemmelle
    ellemmelle
  • 30 mar 2020
  • Tempo di lettura: 12 min

Aggiornamento: 6 apr 2020

English version below


Mangia, leggi, resta a casa


Testo di Maddalena Brentari con una traduzione di Laura tinti


<< I primi giorni, la mattina, srotolavo coraggiosamente il materassino, ma poi mi veniva da ridere. Una volta, in procinto di cominciare un esercizio, mi ero sorpresa a domandarmi a voce alta: “Bene signorina penne ai quattro formaggi, di cosa hai voglia per pranzo?”. Piena di sensi di colpa, avevo ficcato il materassino in fondo alla mia valigia. >>

- Elizabeth Gilbert, Mangia, prega, ama (Capitolo 19)



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Julia Roberts mangia il gelato nel film Mangia, Prega, Ama (2010)

Per noi italiani, il cibo è un’arte, una filosofia, un’abitudine sacra a cui non vogliamo e non possiamo rinunciare. Purtroppo, però, in questo momento in cui la nostra quotidianità, precedentemente così frenetica, subisce una battuta d’arresto, in molti si trovano a dover impiegare il tempo in casa facendo i conti con un ritmo nuovo e con dei bisogni diversi. Tra questi, una delle necessità più importanti per rimanere in salute durante questa quarantena è bilanciare le diverse ore di placida inattività o di lavoro sedentario con la giusta dose di esercizio fisico e con una dieta equilibrata.

Fantasticare sul cibo è una delle attività che noi italiani sappiamo fare meglio: la nostra cucina, la cucina italiana, è uno dei nostri maggiori vanti, uno dei nostri fattori più iconici e, senza dubbio, il nostro tratto culturale più invidiato.

Non dobbiamo stupirci, quindi, se il best-seller internazionale Mangia, prega, ama di Elizabeth Gilbert è ambientato per un terzo, indubbiamente il “Mangia” all’interno del titolo, in Italia.


Questo romanzo a carattere autobiografico racconta in prima persona un viaggio introspettivo a più livelli che si sviluppa, secondo tre filoni, in tre ambienti differenti:

  • Italia, “Trentasei capitoli sulla ricerca del piacere” (Mangia);

  • India, “Trentasei capitoli sulla ricerca della devozione” (Prega);

  • Indonesia, “Trentasei capitoli sulla ricerca dell’equilibrio” (Ama).

Elizabeth (Liz) decide di intraprendere questo viaggio dopo aver capito che non era felice, nonostante la brillante carriera come scrittrice e un matrimonio apparentemente funzionante, perché non riusciva a capire se quello che stava facendo era veramente quello che aveva voglia di fare. Per venire a capo di questa situazione, dopo aver iniziato una difficile causa di divorzio ed aver attraversato momenti bui in compagnia di Depressione e Solitudine (personificati e dotati di parola in molti passaggi del romanzo), l’autrice/protagonista decide di passare un anno alla ricerca della sua autenticità, e di scrivere un libro sulla sua esperienza.


Nel 2010 il best seller è stato adattato in versione cinematografica e può essere apprezzato, quindi, anche dagli “smart-workers” che in questi giorni, lavorando freneticamente anche da casa, non hanno il tempo di dedicarsi alla lettura. Diretto da Ryan Murphy, il film vede Julia Roberts nel ruolo di Elizabeth Gilbert, affiancata da altre star di calibro internazionale come Javier Bardem, James Franco, Billy Crudup e Richard Jenkins.

Julia Roberts mangia gli Spaghetti


Questo romanzo non è solo un compagno ideale per alleggerire qualche ora della nostra interminabile giornata ma è anche un ottimo spunto in ambito culinario. Oltre alla prosa calda, sincera ed imprevedibile, infatti, nella parte consacrata alla ricerca del piacere, che si consuma nell’aria dolce di un caldo autunno romano (o, meglio, italiano), troviamo dei grandi classici della cucina italiana, che potrebbero aiutarci a creare piatti sfiziosi con cui viziarci.

Nel capitolo 11, ad esempio, Elizabeth ci racconta della sua prima cena in Italia: dopo un piatto di spaghetti alla carbonara, degli spinaci burro e aglio, della carne di vitello e un carciofo, la cameriera la sorprende con dei fiori di zucca fritti ripieni di formaggiopreparati con tanta delicatezza che probabilmente i fiori non si erano nemmeno accorti di non essere più sulla pianta”. Questo sfizioso antipasto classico della cucina italiana sembra di difficile preparazione, ma è in realtà molto semplice e gustoso. Ecco allora la prima ricetta da poter sperimentare in uno di questi giorni di quarantena.

Fiori di zucca fritti ripieni di formaggio

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Ingredienti

- 1 tazza di farina 00

- 1 tazza di acqua frizzante

- 70g di formaggio di capra o robiola, a temperatura ambiente

- 8-10 fiori di zucca

- Sale e pepe qb

- Olio vegetale per friggere

Procedimento

In una ciotola media, unite farina, acqua e sale, fino ad ottenere un composto omogeneo.

In una ciotola più piccola, mescolate il formaggio di capra o la robiola per renderlo più morbido e conditelo con un pizzico di sale e di pepe. Se volete renderlo più sfizioso, potete aggiungere delle foglie di basilico fresco finemente tritate. Riempite i fiori di zucca con un cucchiaino di formaggio, e chiudeteli delicatamente unendo le punte. In una grande padella, versate l'olio riempiendone circa un terzo in altezza e scaldatelo a fuoco medio fino a quando non raggiungerà i 175° (in mancanza di un termometro, immergete nell’olio caldo uno stuzzicadenti di legno: se vi si formeranno intorno tante bollicine l’olio sarà pronto). Immergete i fiori di zucca ripieni nella pastella, facendo sgocciolare gli eccessi, e poi friggeteli per 1 o 2 minuti, fino a farli diventare dorati. Poi, lasciateli scolare su carta assorbente.




Asparagi verdi con uova alla coque, caprino, salmone affumicato e olive

Verso la metà del soggiorno italiano, quasi alla fine del capitolo 21, troviamo invece Liz alle prese con un pranzo fresco e perfetto per l’arrivo della bella stagione, che è lei stessa a descriverci nella sua preparazione, facilissima, anche per i cuochi alle prime armi:

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Sono tornata a casa e per pranzo ho preparato due uova alla coque. Le ho messe su un piatto insieme a sette asparagi (così teneri che non c’era bisogno di lessarli). Ho aggiunto qualche oliva, quattro rotolini di formaggio di capra che avevo comprato il giorno prima alla formaggeria, e due fette di salmone lucido e rosato. Come dessert una bella pesca che la donna del mercato mi aveva regalato, ancora calda del sole di Roma. Ho aspettato a lungo prima di intaccare quel pranzo, perché era la prova di come dal niente si può fare un capolavoro. Infine, dopo averne assorbita con gli occhi tutta la bellezza, mi sono seduta al centro di una chiazza di sole sul mio bel pavimento di legno e ho mangiato tutto con le mani, leggendo su un giornale un articolo in italiano. La felicità penetrava ogni molecola del mio corpo.”



La Pizza

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Julia Roberts mangia la pizza della pizzeria "Da Michele", Napoli, in Mangia, Prega, Ama


Un’altra esperienza mistica ed importantissima per la nostra protagonista è l’incontro con la vera pizza napoletana, un capolavoro della nostra tradizione culinaria. Ecco come Liz ci descrive questa sua esperienza al capitolo 27:

Io e Sofie siamo andate alla pizzeria «Da Michele» e le pizze che stiamo mangiando ci stanno facendo perdere la testa. La mia pizza mi piace talmente tanto che, nel mio delirio, ho la certezza di piacere anche io a lei. Anzi, tra me e la mia pizza sta nascendo uno stretto rapporto personale, quasi una storia d’amore.

[…] Sottile, pastosa, consistente, elastica, squisita, scivolosa, gustosissima pizza paradiso. Sopra c’è una dolce salsa di pomodoro che spumeggia frizzante e cremosa quando incontra la mozzarella fresca di bufala e, al centro di questa armonia, una spruzzata di basilico diffonde su tutta la pizza la sua solarità di erba aromatica, come una smagliante stella del cinema, al centro di una festa, trasmette vibrazioni luminose a chiunque le stia intorno.

La pizzeria “Da Michele”, chiaramente, non rivela quale sia la ricetta della pizza che ha fatto innamorare Elizabeth Giles, ma qui di seguito troverete un link per poter provare a cucinarla in ogni caso, seguendo la videoricetta di Enzo Coccia, della pizzeria “La Notizia” a Napoli. https://youtu.be/vEZjs2TqB9o



Il Tiramisù


La prima cena di Liz si conclude, così come questo articolo, con una golosissima fetta di Tiramisù. Ultimo, ma non meno importante, infatti, è il dolce trevigiano che ha fatto il giro del mondo per la sua perfetta combinazione tra la dolcezza del mascarpone ed il gusto intenso del caffè.

Vi lascio quindi con la mia personale ricetta del Tiramisù, nella speranza che questi giorni di quarantena siano per voi una buona scusa per continuare, da casa, ad amare e a sperimentare la buona cucina italiana.

Ingredienti

- 300 g di Savoiardi sardi

- 4 Uova medie freschissime *

- 500 g Mascarpone

- 100 g Zucchero

- Caffè decaffeinato ** della moka già pronto (e zuccherato a piacere)

- Cacao amaro in polvere per la superficie q.b.

*in alternativa, possiamo usare 4 tuorli e 250ml di panna fresca (al posto degli albumi), per un composto più cremoso.

**io uso il caffè decaffeinato per i bambini e per le persone che non possono assumere caffeina.

Preparazione

Cominciamo preparando circa due/tre moke di caffè decaffeinato (a seconda della dimensione). Poi, separate accuratamente gli albumi dai tuorli e montate i tuorli con le fruste elettriche, versando metà dose di zucchero (50g). Non appena il composto sarà diventato chiaro e spumoso aggiungete il mascarpone, un cucchiaio per volta, continuando a mescolare con le fruste. Iniziate ora a montare gli albumi a neve ben ferma versando il restante zucchero un po’ alla volta.

Se non siete sicuri di saper montare adeguatamente gli albumi, potete sostituirli con 250 ml di panna fresca montata a neve. Aggiungete un cucchiaio alla volta gli albumi o la panna alla crema di tuorli e mascarpone e mescolate con una spatola dal basso verso l'alto.

Iniziate a bagnare i savoiardi con qualche cucchiaio di caffè freddo e iniziate a disporli in una teglia. Dopo aver formato il primo strato di savoiardi, copriteli con circa metà della crema al mascarpone. Ripetete quest’ultimo passaggio per creare il secondo strato.

Mettete in frigo il vostro tiramisù per almeno tre ore coperto da una pellicola trasparente. Al momento di servire, spolverizzate la superficie con il cacao amaro.

Buona fortuna in cucina e buon appetito!


English version


Eat, read, stay at home


Translated by Laura Tinti from the original text by Maddalena Brentari


«The first few days I was here, I would gamely roll out my Yoga mat every morning, but found I could only look at it and laugh. Once I even said aloud to myself, in the character of the Yoga mat: “OK, little Miss Penne ai Quattro Formaggi . . . let’s see what you got today.” Abashed, I stashed the Yoga mat away in the bottom of my suitcase».

- Elizabeth Gilbert, Eat, Pray, Love (Chapter 19)


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Julia Roberts eats ice cream in the film Eat, Pray, Love (2010)


For us, Italians, food is an art, a philosophy, a holy habit which we don’t want and can’t give up. But unfortunately, at this moment in which our everyday life, that was so chaotic before, is suffering a setback, a lot of people find themselves having to spend time at home, dealing with a new pace of life and different needs. Among these, one of the most important necessities to stay healthy during this quarantine is to balance the diverse hours of peaceful inactivity or sedentary work with the right amount of physical exercise and with a well-balanced diet.

Daydreaming about food is one of the activities that we Italians can do best: our cuisine, the Italian cuisine, is one of our biggest points of pride, one of our most iconic factors and, without a doubt, our most envied cultural trait. We don’t have to be surprised, then, if the international best-seller Eat, Pray, Love by Elizabeth Gilbert is set in Italy for one-third, undoubtedly the “Eat” one in the title.

This autobiographical novel tells first-hand a multi-layered introspective journey that develops in three different settings, according to three branches:

  • Italy, “Thirty-six chapters on the search for pleasure” (Eat)

  • India, “Thirty-six chapters on the search for devotion” (Pray);

  • Indonesia, “Thirty-six chapters on the search for balance” (Love).

Elizabeth (Liz) decides to start her journey after understanding that she was not happy, despite her brilliant carrier as a writer and her (apparently) working marriage, because she could not understand if what she was doing was really what she felt like doing. To work this situation out, after starting a difficult case of divorce and after going through dark times together with Depression and Solitude (personified and able to talk in a lot of passages of the novel), the author/main character decides to spend a year in search of her authenticity and to write a book about her experience.


In 2010 the best-seller has been adapted into a movie, and, consequently, it can be appreciated also by those smart-workers that, during these days don’t have time engage in reading, since they are working frantically even from home. Directed by Ryan Murphy, the film shows Julia Roberts as Elizabeth Gilbert, cooperating with other international stars like Javier Bardem, James Franco, Billy Crudup, and Richard Jenkins.

Julia Roberts eating spaghetti


This novel is not only an excellent companion to lighten some hours of our endless days, but it is also an excellent starting point in the culinary field. In addition to the warm, sincere and unpredictable prose, in fact, in the part devoted to the search of pleasure, that takes place during a hot Roman (or better, Italian) autumn, we find a lot of classics of Italian cuisine, that could help us create some fanciful dishes to spoil ourselves.

In Chapter 11, for example, Elizabeth tells us about her first dinner in Italy: after some spaghetti alla carbonara, spinach with butter and garlic, calf meat and artichoke, the waitress amazes her with “a serving of fried zucchini blossoms with a soft dab of cheese in the middle (prepared so delicately that the blossoms probably didn’t even notice they weren’t on the vine anymore)”. This fanciful starter, a classic of Italian cuisine, seems difficult to prepare, but it is actually very simple and tasty. Here is then the first recipe you can test in one of these quarantine days.

Fried zucchini blossoms with a soft dab of cheese in the middle


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Ingredients:


- One cup of sparkling water

- 70g of goat cheese or robiola (an Italian soft cheese) at room temperature

- 8-10 zucchini blossoms

- Salt and pepper according to taste

- Vegetable oil, to fry


Procedure:

In a medium bowl, add flour, water, and salt, until a homogeneous mixture is created. In a smaller bowl, mix the goat cheese or robiola to make it softer and season it with a pinch of salt and pepper. If you want to make it more delicious, you can add finely freshly minced basil leaves. Fill the zucchini flowers with a spoon of cheese, and close them lightly by joining the tips.

Pour the oil in a large pan filling it for about a third in height and heat it until it reaches 175°C (in the absence of a thermometer, drop a wooden toothpick in the hot oil: if many bubbles form around it, the oil is ready). Drop the stuffed zucchini blossoms in the batter, letting the excesses drip, and then fry them for 1 or 2 minutes, until they become golden. Then, let them drain on paper towels.


Green asparagus with soft-boiled eggs, goat cheese, smoked salmon and olives


Towards the middle of her Italian stay, almost at the end of chapter 21, we find Liz struggling with a fresh and perfect lunch for the arrival of the warm season, which she herself describes in her very easy preparation, even for beginner chefs:

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“I walked home to my apartment and soft-boiled a pair of fresh brown eggs for my lunch. I peeled the eggs and arranged them on a plate beside the seven stalks of the asparagus (which were so slim and snappy they didn’t need to be cooked at all). I put some olives on the plate, too, and the four knobs of goat cheese I’d picked up yesterday from the formaggeria down the street, and two slices of pink, oily salmon. For dessert—a lovely peach, which the woman at the market had given to me for free and which was still warm from the Roman sunlight.

For the longest time I couldn’t even touch this food because it was such a masterpiece of lunch, a true expression of the art of making something out of nothing. Finally, when I had fully absorbed the prettiness of my meal, I went and sat in a patch of sunbeam on my clean wooden floor and ate every bite of it, with my fingers, while reading my daily newspaper article in Italian. Happiness inhabited my every molecule”.


Pizza

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Julia Roberts eats pizza in the pizzeria "Da Michele", Napoli, in the movie Eat, pray, love


Another mystical and very important experience for our protagonist is the encounter with real Neapolitan pizza, a masterpiece of our culinary tradition. Here's how Liz describes her experience in chapter 27:


“Sofie and I have come to Pizzeria «Da Michele», and these pies we have just ordered—one for each of us—are making us lose our minds. I love my pizza so much, in fact, that I have come to believe in my delirium that my pizza might actually love me, in return. I am having a relationship with this pizza, almost an affair. […] Thin, doughy, strong, gummy, yummy, chewy, salty pizza paradise. On top, there is a sweet tomato sauce that foams up all bubbly and creamy when it melts the fresh buffalo mozzarella, and the one sprig of basil in the middle of the whole deal somehow infuses the entire pizza with herbal radiance, much the same way one shimmering movie star in the middle of a party brings a contact high of glamour to everyone around her”.


The pizzeria “Da Michele”, clearly, does not reveal the recipe of the pizza that made Elizabeth Giles fall in love, but here below you can find a link to try and cook it anyway, following Enzo Coccia’s video-recipe, from the pizzeria “La Notizia” in Naples: https://youtu.be/vEZjs2TqB9o



Tiramisù


Liz’s first dinner concludes, as this article does, with a very delicious slice of Tiramisu. Last but not least, then, is the dessert from Treviso that went around the world for its perfect combination between the sweetness of mascarpone and the intense taste of coffee. Here is my personal recipe for Tiramisù, hoping that these days will be a good pretext to go on loving and experimenting Italian cuisine.


Ingredients:

- 300 g Sardinian ladyfingers

- 4 fresh eggs *

- 500 g mascarpone

- 100 g sugar

- Decaffeinated coffee** made in a "moka", already sugared as you like

- Bitter cocoa powder (for the surface) q.s.

* as an alternative, you can use 4 egg yolks and 250ml fresh cream (instead of the egg whites) to obtain a creamier mixture)

** I use decaffeinated coffee for kids and people who cannot have caffeine

Procedure:

Let's start by preparing about two/three mokas of decaffeinated coffee (depending on the size of your moka). Then, carefully separate the egg whites from the yolks and beat the yolks with the electric whisk, pouring half the dose of sugar (50g). As soon as the mixture has become clear and frothy, add the mascarpone, one spoon at a time, continuing to mix with the whisk. Now begin to beat the whites until stiff by pouring the remaining sugar a little at a time.

If you are not sure whether you can beat the egg whites properly, you can replace them with 250 ml of fresh whipped cream. Add the egg whites or the cream to the yolks and mascarpone cream one spoon at a time and mix with a spatula from below upwards.

Start to dunk the ladyfingers with a few spoons of cold coffee and start placing them in a baking pan. After forming the first layer of ladyfingers, cover them with about half of the mascarpone cream. Repeat these last steps to create the second layer.

Refrigerate your tiramisu for at least three hours, covered with wrap. When serving, sprinkle the surface with bitter cocoa.


Good luck and bon appetit!















 
 
 

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